venerdì 20 novembre 2015

Termini marinari


Un ripassino non fa mai male, ecco il perché di questo dizionario dei termini marinari, che per forza di cose è incompleto, ma comunque può risultare utile da leggere... hai visto mai ci trovi qualcosa che non sai?   



(A)
Adugliare: raccogliere una cima su se stessa in modo da formare una matassa a spirale. La cima va colta seguendo il verso di torsione della cima.

Amantiglio: è un cavo tessile che sostiene il boma quando la randa è ammainata.

Ammainare: far muovere verso il basso; di solito una vela, una bandiera o un carico sospeso.

Andatura: la direzione che la barca tiene rispetto alla direzione del vento.

Andatura portante: quando si naviga con il vento che viene da poppa.

Angolo morto: una zona in cui l’angolo d’incidenza con il vento è tale da rendere impossibile la navigazione. Le vele sbattono, non si gonfiano perché la prua della barca si trova esattamente dalla direzione di provenienza del vento.

Appennellare: manovra che riguarda la preparazione dell’ancora prima di fare un ancoraggio; l’ancora viene sospesa a pochi centimetri dall'acqua.

Arare: l’ancora non ha fatto presa sul fondo e tende a muoversi, a strisciare. "Cosa c’entra un termine agricolo con il mare ? C’entra, c’entra l’ancora ara, soprattutto di notte se si è in rada; la barca va alla deriva con il rischio di trovarsi sugli scogli".

A riva: termine riferito alla quantità di vela esposta al vento oppure quando si espongono bandiere verso l’alto.

Avvolgifiocco: o rollafiocco è uno strumento che serve per avvolgere il genoa o un fiocco attorno allo strallo di prua. Nasce per consentire la gestione delle vele di prua con maggior semplicità. Una volta issate, infatti, non serve più ammainarle ed è sufficiente rilasciare la cima del rollafiocco per aprire la vela; allo stesso modo per richiudere la vela bisogna lascare le scotte e cazzare la cima del rolla fiocco. In questo modo non è più necessario avere diverse vele a bordo da sostituire a seconda delle condizioni del vento, proprio perché la superficie velica da esporre al vento può essere decisa in base alla superficie della vela esposta al vento.

(B)
Balumina: è quel lato di una vela di taglio libero da inferitura, il bordo di uscita del vento.  Per capirci meglio: l’ipotenusa delle vele dalla forma triangolare quelle più usate sulle moderne barche a vela.

Banzigo: è una sorta d’imbracatura utilizzata per salire in testa all'albero.

Baglio: è il punto di massima larghezza di una barca.

Barra: asta mediante cui si governa il timone, generalmente utilizzata per governare i timoni di piccole e medie imbarcazioni,le barche più grandi usano una ruota. 

Battagliola:  il parapetto di sicurezza di un’imbarcazione. Sulle moderne imbarcazioni la battagliola è fatta da sono una serie di aste metalliche poste verticalmente, che dalla coperta dell’imbarcazione sorreggono dei cavi di acciaio dette draglie.

Beccheggio: è il movimento oscillante dell'imbarcazione lungo l'asse trasversale.

Bitta: colonnina di ferro a forma di fungo posta sulle banchine dei moli, attorno a cui avvolgere le cime d'ormeggio. Le bitte sono presenti anche sulle barche, hanno una forma generalmente a T sono in acciaio inox e sono collocate a: prua, poppa, a centro su imbarcazioni più grandi, in gergo vengono anche chiamate “gallocce”. Le bitte o gallocce si trovano anche alla base dell’albero per avvolgere le drizze della randa, del genoa o fiocco, o qualsiasi altra manovra.

Boa: un oggetto galleggiante ancorato sul fondo. Serve per segnalare pericoli alla navigazione, limiti di navigazione, particolari rotte da seguire, oppure possono servire per ormeggiarsi. Generalmente hanno una forma tondeggiante, ma possono anche vere diverse forme. Hanno colore verde e rosso (quando segnalano l’ingresso di un porto o una particolare rotta da tenere in canali e specchi d’acqua ristretti) sono gialle quando indicano un’area interdetta alla navigazione, gialle e nere per indicare pericoli alla navigazione e quale rotta tenere per evitare il pericolo (scogli, secche, relitti, ecc). 

Bolina: è l’andatura che fa una barca a vela quando cerca di risalire il vento con un’angolo tra i 40 e i 70 gradi. 

Boma: trave in alluminio, legno o fibra di carbonio, il boma sostiene la randa ed è fissato ortogonalmente all'albero tramite un perno detto trozza

Bompresso: trave orizzontale che sporge dalla prua con il compito di murare vele di prua come fiocco e gennaker

Bonaccia: è la mancanza totale di vento in navigazione. 

Borose: cimette utilizzate per ridurre la superficie della randa quando c’è troppo vento. 

Bordeggiare: continuo cambiamento di rotta. Si bordeggia quando si risale il vento (si va di bolina), ma anche nelle andature portanti (traverso, lasco, gran lasco) può essere necessario fare dei bordi.

Bugliolo: un secchio che a bordo è utilissimo: sia per farvi una rinfrescante doccia durante una bonaccia in una lunga navigazione, sia per liberare lo stomaco se a qualcuno gli prende il mal di mare e rimane steso in cabina.

Bugna: è l'angolo inferiore posteriore di una vela in cui vengono agganciate le scotte (i cavi tessili che consentono di manovrare le vele).

Bulbo: una zavorra a forma di siluro fissato alla deriva (pinna situata sotto lo scafo di una barca a vela al fine di contrastare le sollecitazioni e la spinta sbandante del vento sulle vele.

Burrasca: si intende una condizione climatica in cui il vento raggiunga i 34-40 nodi (forza 8 della scala Beaufort) con onde moderatamente alte.

Bussola: è uno strumento essenziale per la navigazione, composto di un ago magnetico che si orienta sempre verso il nord magnetico: il magnete è solidale con una rosa graduata in 360 gradi su cui si può quindi leggere di quanto la prua della barca, indicata da una linea fissa detta linea di fede, si discosta dal nord: il tutto è immerso in un liquido apposito per attutire i contraccolpi, posto all'interno di un contenitore, di solito sferico. Munito di una calotta trasparente ed eventualmente di una piccola luce per effettuare la lettura anche di notte.

(C)
Caicco: veliero di origine turca, oggi usata molto nel charter nel Mediterraneo.

Cambusa: è la spesa, cibi e bevande che si imbarcano prima di una crociera.

Candeliere: una serie di aste metalliche poste verticalmente, che dalla coperta dell’imbarcazione sorreggono dei cavi di acciaio (le draglie) che costituiscono la ringhiera di sicurezza attorno allo scafo. L'insieme di candeliere e draglie si chiama battagliola.

Carena: è la parte immersa dello scafo. In gergo viene chiamata anche “Opera Viva

Catamarano: imbarcazione formata da due scafi collegati; è molto diffusa nel charter, offrendo grandi spazi a bordo.

Cazzare: vuol dire tendere una cima. Per essere un tantino più pignoli è un termine che si usa quando si deve tendere una scotta (quei cavi tessili che regolano le vele). 

Chiglia: potremmo definirla come la spina dorsale di un’imbarcazione. Sulle barche in legno è ben visibile, è come una trave che va da prua a poppa dalla quale si diramano le ordinate, (quelle specie di costole che fanno da struttura e permettono il fissaggio del fasciame). Sulle moderni barche costruite in vetro resina la chiglia è un tutt'uno con l’intero scafo, molto meno visibile come sulle barche in legno. Un tempo la chiglia era il terrore dei marinai, era conosciuta anche come uno strumento di tortura con cui punire eventuali insubordinazioni: il “giro di chiglia” consisteva nell'essere imbragati, gettati a mare e trascinati sott'acqua a schiena nuda a percorrere tutta la chiglia. 

Charter: insieme delle strutture e servizi riferiti all'affitto delle barche.

Cima: termine genericamente riferito alle corde presenti a bordo. Ma è più corretto considerare le cime quelle corde utilizzate all'ormeggio dell’imbarcazione.

Coperta: è il ponte superiore di una imbarcazione, presente sulle navi o barche che sono abitabili. Percorre tutta la nave nella sua lunghezza.

Corpo morto: un peso, generalmente un blocco di cemento armato posto sul fondale, da cui parte una robusta cima o una catena, che collegano boe o gavitelli.

Crocette: sono dei bracci perpendicolari all'albero, posti a varie altezze (ordini) il cui compito è distanziare e garantire la giusta tensione delle sartie (cavi metallici che servono per reggere trasversalmente l’albero)

(D)
Dare volta: per legare saldamente una cima ad un sostegno (bitta, anello, draglia) in modo che non si sciolga.

Deriva: è una sorta di pinna fissata alla parte inferiore della chiglia (sotto lo scafo di una barca a vela). Ne esistono di mobili (generalmente sono dotate di derive mobili piccole imbarcazioni) e fisse. Il compito della deriva è quello di contenere lo sbandamento e lo scarroccio (spostamento laterale di un’imbarcazione dovuto al vento e alle correnti), per esempio nell'andatura di bolina. 
Deriva si definisce in genere anche una piccola barchetta a vela

Diporto: termine che definisce la nautica turistica in genere.

Dinette: termine di origine francese entrato nell'uso corrente nella nautica da diporto; indica lo spazio sottocoperta occupato dal tavolo e dai divanetti, spesso trasformabile in letto matrimoniale. 

Draglie: Cavi metallici tesi tra i vari candelieri per impedire cadute accidentali fuori bordo; l’insieme di draglie (normalmente due per lato dello scafo, posizionate a diversa altezza) e dei candelieri forma la battagliola.

Dritta: in gergo nautico s’intende per destra. Ricordate in barca per dire destra si dice dritta.

Drizza: manovra utilizzata per alzare carichi o issare una vela. La drizza prende il nome dalla vela in questione: drizza di randa, drizza del genoa, drizza dello spinnaker, ecc, ecc.

(E)
Ecoscandaglio: è uno strumento per calcolare la profondità dell'acqua; un segnale a ultrasuoni converte il tempo di ritardo dell'eco in metri di profondità. L’ecoscandaglio è indispensabile a bordo delle barche a vela visto il loro pescaggio dato dalla deriva. Anticamente si scandagliava il fondo calando giù una corda alla cui estremità c’era una zavorra spalmata di grasso. Grazie al grasso sulla zavorra si poteva capire anche la natura e il tipo di fondale.

Equipaggio: gruppo di persone cui sono affidate le manovre di una imbarcazione. Ogni membro dell'equipaggio ha una mansione specifica, concordata assieme al comandante. Nel caso del charter e del Bare boat (barche prese in affitto senza equipaggio professionista), in genere con equipaggio s’intendono tutte le persone imbarcate.

(F)
Falchetta la congiunzione di scafo e coperta. Sulle antiche navi era di altezza tale da fungere anche da parapetto. Sulle moderne imbarcazioni da diporto è costituita da profilo in alluminio o legno alla congiunzione di scafo e coperta. Ha un doppio scopo: irrobustisce il bordo della barca e crea un appoggio per i piedi dell’equipaggio in navigazione a barca sbandata. Lungo la falchetta si trovano alcuni fori che si chiamano Ombrinali che servono per far scaricare l’acqua.

Filare: termine riferito al rilascio di una cima.

Fiocco: vela di prua di forma triangolare inferita, tramite un cavo metallico detto strallo, all'albero.

Fondo: termine riferito alla manovra d’ancoraggio: dare fondo all’ancora è più corretto che dire: << butta l’ancora in mare…>>

Fortunale:  una furiosissima tempesta.

Frangente: è un termine riferito alle onde quando la loro cresta frange: ovvero si rompe come una cascata. Le onde che frangono sono molto pericolose e con mare mosso bisogna prestare la massima attenzione soprattutto in prossimità di fondali bassi.

Fuori tutto:  termine riferito alla lunghezza delle imbarcazioni comprese le loro appendici che possono essere: pulpiti, delfiniere, bompressi, piattaforme poppiere.

Frenello: quei cavi (solitamente di acciaio) che trasmettono i comandi dalla ruota alla pala del timone.

(G)
Gassa d’amante: è il nodo marinaro per eccellenza, è un’asola che non scorre generalmente usato per ormeggiarsi, per legare le scotte alle vele, e in qualsiasi altra circostanza in cui si richiede un nodo sicuro, “fedele”; fatto a regola d’arte non si scioglierà mai senza un intervento umano.

Gavone: luogo, scomparto di una barca dove vengono riposti oggetti vari. I gavoni più spaziosi in una barca a vela si trovano in pozzetto, a prua c’è il gavone dell’ancora dove trova posta la catena; sotto coperta di solito sono collacati in dinette sotto le sedute dei divani.

Genoa: vela issata tra lo strallo di prua e l’albero, simile al fiocco ma di superficie maggiore; arriva fino in testa all'albero. Un piccolo accenno storico. Questa tipo di vela fu usato per la prima da velisti inglesi, che si trovavano a Genova in occasione delle Regate Internazionali di Febbraio del 1926 , da quì il nome: Genoa. 

Golfare: sono robusti anelli di metallo fissati allo scafo per agganciare paranchi o carrucole.

Gps: strumento per la determinazione satellitare del punto nave.. Comunque una bella carta nautica e i vecchi metodi sono sempre raccomandati, guai a fidarsi solo del navigatore satellitare. Un guasto al Gps e se non avete riportato pure la posizione su una carta nautica rischiereste di non sapere dove vi trovate.

Gran Lasco: andatura velica in cui il vento proviene quasi da poppa. Angolo  d’incidenza tra direzione di provenienza del vento e la barca tra i 160° e 175°.

Grinder: membri dell’equipaggio addetti ai verricelli.

Grappino:  una ancora a forma di ombrello è ingombrante e non utilizzata a bordo delle moderne imbarcazioni, ma è un’ottima ancora su ogni tipo di fondale. Modelli più piccoli e con le marre pieghevoli vengono utilizzati sulle piccole imbarcazioni o su i tender. 

Guantare: bloccare la discesa dell’ancora o della catena sul fondale.



(I)
Incattivare: termine riferito alle cime quando sono imbrogliate su se stesse.

Inferire: fissare le vele. La randa (la vela più grande) si fissa all’albero (si inferisce) lungo una canaletta presente sull’albero (alcune imbarcazioni hanno la randa avvolgibile all’interno dell’albero o del boma). Il fiocco o il genoa se sono avvolgibili si inferiscono allo strallo di prua tramite un tubo in alluminio dotato di un apposita canalina, se invece il fiocco o il genoa non sono avvolgibile si inferiscono allo strallo tramite dei garrocci in tal caso si dice: ingarrocciare.

Issare: è un termine riferito nell’innalzare tramite apposite cime (drizze) una vela, una bandiera o un carico. 

(L)
Landa: è una piastra di acciaio fissata alle paratie dello scafo sulle quali vengono collegate le sartie, lo strallo, il paterazzo (cavi d’acciaio che hanno la funzione di reggere l’albero sia in senso longitudinale sia in senso trasversale). Il collegamento landa/sartia avviene tramite degli arridatoi.

Lascare: rilasciare una scotta.

Levante: vento che viene esattamente da Est.

Libeccio: vento con direzione Sud-Ovest. Si chiama in questo modo perché viene dalla Libia. Il libeccio è un vento che rende il mare mosso ed espone le coste occidentali dell’Italia a violente mareggiate; inoltre porta pertubazioni e pioggia.

Losca: un foro praticato a poppa in cui passa l’asse della pala del timone.

(M)
Manovre correnti: tutti i sistemi di cime che regolano le vele.

Maniche al vento:  prese d’aria per arieggiare gli ambienti sottocoperta. Sulle navi e imbarcazioni d’epoca queste maniche a vento hanno la caratteristica forma a “pipa”.

Maestrale: vento che soffia da Nord-Ovest. Si chiama in questo modo perché i romani consideravano la rosa dei venti collocata al centro del Mediterraneo in prossimità dell’isola di Malta. Navigando nel sud del Mediterraneo la direzione Nord Occidentale coincideva con il porto di origine dei romani ovvero: Roma, Magistra Mundi, da qui il termine Maestrale.

May Day: è la richiesta di soccorso inoltrata via radio, normalmente sul canale 16 vhf.

Meolo: una sottile cordicina che corre dentro la balumina. Tesandolo o lascandolo si può correggere la concavità della vela per evitarne il fileggiare.

Mezzo marinaio: asta dotata ad un’estremità di un puntale e un gancio a forma di uncino, la cui funzione è di recuperare le cime durante una manovra di ormeggio.

Musone: la struttura collocata all'estrema prua composta: dall'attacco per lo strallo e il passa catena per l’ancora.

Miglio: è l’unità di misura delle distanze marine (1 miglio marino = 1.852 metri)

Monoscafo: barca formata da un solo scafo.

Multscafo: barca formata da più di uno scafo. Se sono due si dice catamarano, se sono tre  è un trimarano.

Murata: la superficie della barca al di sopra della linea di galleggiamento (la parte emersa di una imbarcazione che va da prua a poppa).

(N)
Nave: per il Codice Internazionale di Navigazione un naviglio superiore ai 24 metri di lunghezza viene considerato Nave. Si considera Natante ogni barca fino ai 10 metri di lunghezza, barche dai 10 ai 24 metri di lunghezza vengono classificate come Imbarcazioni.

Nodo: il nodo nella terminologia marinara ha due significati: intreccio di una o più corde con la funzione di legare, oppure s’intende l'unità di misura in termini di velocità di navigazione. Un nodo corrisponde ad un miglio marino (1852 metri) all'ora.

(O)
Oblò: apertura delle navi e imbarcazioni di forma circolare.

Osteriggio: apertura delle navi e imbarcazioni di forma quadrangolare.

Ombrinale: aperture che consentono lo svuotamento in caso di acqua imbarcata. Gli ombrinali sono presenti in coperta per permettere lo scarico all'acqua direttamente in mare, in pozzetto, nei gavoni di poppa e di prua.

Orzare: termine velico per eccellenza che significa  orientare la prua verso la direzione del vento, stringere maggiormente il vento.

(P)
Parabordi: oggetti di gomma per attutire i contatti tra barche ormeggiate.  I parabordi sono anche indice di etichetta navale. Per i Professori “dell’Accademici della Crusca navale”, una barca che in navigazione non mostra i parabordi appesi, è una barca con a bordo un equipaggio “serio”, professionale; mentre una barca che naviga con i parabordi appesi viene considerata dai “puristi” della nautica: barca con a bordo persone indegne di solcare i mari...

Paranco: sistema di carrucole.

Paterazzo: cavo metallico che sostiene l’albero da poppa. Il paterazzo può anche essere regolabile, per consentire un incurvamento dell’albero e in modo da dare alla randa (la vela più grande) un profilo più performante.

Pescaggio: è la distanza tra la linea di galleggiamento e il punto più basso della chiglia. Conoscere il pescaggio della propria imbarcazione a vela è di fondamentale importanza; il pescaggio condiziona molte decisione da prendere: gli ormeggi in porto, la zona di navigazione. 

Piede: misura inglese un 1 piede corrisponde circa a 33cm. Generalmente viene usato per determinare la lunghezza delle imbarcazioni.

Poppa: l’estremità posteriore dello scafo.

Presa a mare: è una valvola che consente lo scarico o l’aspirazione di acqua per i servizi di bordo. 

Pruaè l’estremità anteriore dello scafo.

Pulpito: sono dei sostegni in acciaio presenti sia a poppa che a prua (una sorta di piccole ringhiere). Servono per reggere le draglie (cavi metallici con la funzione di parapetto). 

(Q)
Quadranti: Sono i quattro settori in cui è idealmente divisa la rosa della bussola: da 0 a 90 gradi primo, 90-180 secondo, 180- 270 terzo e 270-360 gradi quarto quadrante: ad esempio si usa dire "venti del primo quadrante" se essi stanno sopraggiungendo da una direzione compresa tra nord ed est.

Quadrato: lo spazio sottocoperta dove di solito  si pranza o ci si riunisce. Insomma: il soggiorno di una nave.

(R)
Rada: Una zona di mare protetta da terra. 

Randa: è la vela di forma triangolare issata all'albero, sostenuta ad esso mediante inferitura o canestrelli inferiti nell'apposita canaletta, mentre la base è inferita al boma. 

Raffica: innalzamento violento ed improvviso, ma di durata limitata, della velocità del vento.

Refolo: raffica di piccola intensità alternata a vento debole o calma; tipico nelle giornate di tempo buono.

Remo: asta sagomata di legno o altro materiale resistente che, appoggiata allo scalmo, viene utilizzata per muovere un natante per mezzo della forza umana.

Remora: area sopravvento alla barca dove si crea una diminuzione del moto ondoso per effetto dello scarroccio.

Ridosso: ostacolo al vento e al mare che ne riduce l'intensità; un buon ridosso è quindi un luogo ben protetto e ridossarsi equivale a porsi al riparo.

Rinviare: deviare il percorso di una cima.

Rifiutare:  la rotazione del vento così da costringere ad una bolina più stretta e al cambiamento della rotta. con allungamento del percorso: si dice anche che il vento "dà scarso".

Risacca: movimento scomposto impresso alla superficie del mare dalle onde riflesse ; quando in un porto si crea forte risacca (a parte la difficile vita a bordo) occorre fare molta attenzione che le imbarcazioni all'ormeggio non abbiano danni a causa di urti tra loro o contro la banchina.

Rispetto:  attrezzatura di ricambio che non deve mai mancare a bordo, per sostituire quella usurata o guasta.

Risalire: nel mondo della vela, risalire s’intende navigare verso un punto situato più sopravvento (o contro corrente).

Rollio: è il movimento ritmico di oscillazione trasversale della barca lungo il suo asse longitudinale (la barca oscilla continuamente a destra e a sinistra); è una delle cause del mal di mare. 

Rosa dei venti: una stella a 16 punte indicante i punti cardinali e i nomi che assumono i venti a seconda delle corrispondenti direzioni di arrivo. La rosa dei venti è riportata su alcune carte nautiche (principalmente quelle antiche) e su alcuni tipi di bussole d’epoca.

Rotta: è la direzione lungo cui si muove una nave per raggiungere un punto desiderato. Si identifica una rotta considerando il suo angolo di rotta che viene espresso in gradi riferito al nord geografico (rotta vera) al nord magnetico terrestre (rotta magnetica) o la nord bussola (rotta bussola).

Rotaia:  guida metallica su cui viene fatto scorrere un carrello munito di bozzello; serve per semplificare e velocizzare alcune manovre come, ad esempio, lo spostamento del punto di scotta del fiocco.

Ruota: è l’organo che serve per governare il timone. 

(S)
Sagola: cima robusta dal piccolo diametro.

Salpa ancora: particolare tipo di verricello per facilitare le manovre di ancoraggio (salpare, spedare. Gettare l'ancora, ecc.).

Salpare: recuperare l'ancora o termine usato quando si lascia un ormeggio in genere sia da un porto sia da un gavitello.

Sartia: cavo di acciaio che serve per sostenere e impedire flessioni laterali dell'albero; il loro numero varia a seconda del numero di crocette, queste ultime utilizzate per accrescere l'angolo sartia albero, diminuendo così lo forzo di compressione.

Savoia:  un nodo di arresto; viene usato per impedire che l'estremità di una cima sfugga da un foro.

Sassola: recipiente in plastica a forma di paletta usata per togliere l’acqua da bordo. Togliere l’acqua da bordo si dice: sgottare.

Scadere: è un termine usato dai velisti quando si è spinti sottovento per effetto del vento o della corrente.

Scala Beufort: scala internazionale che descrive lo stato del vento; è suddivisa in 12 gradi ai quali corrispondono altrettante forze del vento (ad esempio vento forza 7 significa vento con intensità media da 28 a 33 nodi, ovvero 50-61 km/h).

Scala Douglas: scala che descrive lo stato del mare; è sudlivisa da 1 a 9 gradi a cui corrispondono altrettanti termini descrittivi, convenzionalmente utilizzati al posto dei numeri per non creare confusione con i gradi della scala beaufort (ad esempio anziché  mare forza 7, che potrebbe confondersi con lo stato forza 7 del vento, si deve dire "mare grosso").

Scarroccio: è l’alterazione della rotta dovuto all'azione del vento; è maggiormente evidente nelle andature di bolina.

Scapolare: oltrepassare un capo, un riferimento o un ostacolo, navigando lungo una rotta di sicurezza.

Scalmo: oggetto presente sulle barche a remi. Consiste in una specie di piolo o  di forcella in cui si appoggia o s’innesta il remo, così che esso rappresenta il fulcro della leva.

Scia: traccia spumeggiante che viene lasciata sull'acqua da un'imbarcazione in movimento.

Scirocco: vento proveniente da sud est; è assai umido e solleva notevole moto ondoso per il suo perdurare; può precedere di 12-24 ore il passaggio di una perturbazione.

Scotta: cima tessile che serve per regolare le vele. I marinai di un tempo,  chiamarono scotte tutte il cordame presente a bordo atto alla regolazione delle vele, perché quando queste cime gli sfuggivano dalle mani, procuravano delle abrasioni simili a delle scottature; per questo motivo si chiamano scotte. 

Scuffiare: uno sbandamento violento al termine del quale la barca ha l'albero in acqua; tipico delle derive senza bulbo zavorrato.

Sentina: parte interna dello scafo al di sotto dei paglioli (il pavimento di una barca). 

Segnavento: oggetto atto a indicare la direzione di arrivo del vento normalmente è formato da una freccia o una banderuola ruotanti su un perno fissato sulla testa d'albero; può essere anche un sottile filo di lana posizionato soprattutto nelle vicinanze della inferitura e lungo la balumina: il suo distendersi al vento o il muoversi scomposto segnala la presenza o meno di moti turbolenti che diminuiscono drasticamente la efficienza della vela.

Sgottare: togliere l'acqua dalla barca. 

Skipper: comandante di una imbarcazione da diporto.  Per legge, a bordo deve esserci sempre una persona che si assume la responsabilità e il comando di un’imbarcazione.

Sloop: è una barca a vela con un solo albero capace di portare la randa e il fiocco.

Solcometro:  strumento che serve per contare le miglia percorse.

Spedare: è il termine usato per dire che l’ancora non è più a contatto con il fondo.

Spinnaker: una vela di prua utilizzata con le andature portanti o con il vento in poppa. E’ una vela molto concava, simmetrica, simile a un spicchio di sfera. Generalmente hanno colori sgargianti e multi colorate; sono le vele che più affascinano quando le si vedono issate sulle barche a vela.

Spring: sono delle cime per l'ormeggio che vengono incrociate dalla prua in barca verso poppa in banchina e viceversa; impediscono il movimento longitudinale della imbarcazione.

Stecche: aste, quasi sempre piatte e lunghe, in legno o resina sintetica che vengono inserite in una apposita tasca cucita sulla vela per rendere maggiormente rigido il tessuto e impedirne il fileggiamento.

Stopper: sistema di bloccaggio di una cima. 

Strallo: cavo metallico che fissa l’albero a prua e luogo d'inferitura del genoa o fiocco (le vele di prua).

Strambare: cambiare bordo (direzione), prendere il vento sulle nuove mura facendo passare la poppa nella direzione del vento. Quando si stramba occhio alle teste, perché se il boma non viene debitamente controllato passa velocemente da una parte all'altra dell’imbarcazione, con  rischio di urto sulla testa.

Strozzascotte: sistema di bloccaggio delle scotte; il tipo più semplice è formato da una gola ricavata in un blocchetto di materiale plastico, entro cui la cima si , autoblocca, autostrozza. 

(T)
Tailer: colui che è addetto alle regolazioni delle vele.

Tambucio: apertura e relativa porta o scorrevole per scendere sottocoperta.

Tangone: robusta asta utilizzata per posizionare il punto di mura dello spinnaker.

Tavolo da carteggio: tavolo utilizzato per le operazioni di carteggio.

Tek: albero della famiglia delle verbenacee da cui si ricava un legno leggero e molto resistente, utilizzato a listelli nella realizzazione del piano di coperta o degli interni.

Tender: battellino di servizio o piccolo gommone utilizzato per scendere a terra quando non è possibile attraccare o avvicinarsi sufficientemente a riva.

Terzarolare: ridurre la superficie velica; operazione che si esegue quando il vento è piuttosto sostenuto.

Tesa base: una cima che serve per regolare la base della randa.

Tesare: è il termine usato per tendere le cime. Mentre si dice cazzare quando stiamo manovrando le scotte (le cime che servono per regolare le vele)

Tientibene: sono dei corrimano che servono per reggersi a bordo; si trovano sia all’esterno che all’interno di una barca. Sulle barche a vele sono posti sopra alla tuga (la parte sopraelevata a coperture degli interni). 

Timone:  l’ organo di manovra della barca, formato da una pala immersa in grado di ruotare attorno ad un asse e governata mediante una barra o una ruota del timone posta in pozzetto.

Tonneggiare: spostare un’imbarcazione utilizzando cavi collegati a riva o a una boa.

Tormentina: piccola vela triangolare di prua (fiocco), di tessuto robusto tale da potere essere tenuta issata anche in condizioni di vento forte o burrasca.

Tramontana: è il vento che soffia da Nord, piuttosto freddo. Il termine tramontana deriva da: Ultramontes, vento proveniente dai monti.

Trapezio: attrezzatura che permette ad un membro dell'equipaggio di sporgersi fuori bordo per aumentare il raddrizzamento della barca: formato sostanzialmente da cinghie o corpetto con sottocoscia sostenuto ad un cavetto di acciaio fissato circa a metà dell'albero; è la "divisa" tipica del derivista. 

Trasto: è una rotaia posta trasversalmente; situata di solito o in pozzetto o sulla tuga dove scorre il carrello delle randa.

Traversino: è un cavo, una cima d'ormeggio, che viene fissato il più possibile perpendicolare alla banchina per impedire il movimento trasversale della prua o della poppa negli attracchi con la fiancata al molo.

Traverso: è una particolare andatura in cui il vento arriva trasversalmente alla barca, giusto novanta gradi.

Trefoli: i trefoli sono i vari fili che compongono un cavo tessile o metallico.

Trinchetta: è una particolare vela di prua che si posiziona tra l’albero e il genoa o il fiocco.

Trozza: è l’attacco tra il boma e l’albero; formato da un sistema a snodo cardanico affinché il boma possa muoversi in qualsiasi direzione.

Tuga: è la parte rialzata rispetto al piano di coperta per aumentare l'altezza in cabina, corrisponde al tetto della parte centrale di un’imbarcazione. 

(U)
Unghia: l’estremità dell'ancora che per prima affonda nel terreno.

Uragano: corrisponde alla forza 12 della scala Beaufort e indica venti con velocità superiore a 64 nodi, cioè oltre i 118 km/h.

Utc: questa sigla indica il tempo di riferimento universale: universal time coordinated, tempo coordinato universale, conosciuto anche come tempo civile. Esso è derivato (e coincide a meno di approssimazioni infinitesimali) al tempo medio di Greenwich (una località in prossimità di Londra in inglese GMT Greenwich Mean Time).  A bordo per le trasmissioni radio, i calcoli di navigazione, il diario di bordo si usa l’ora Utc; mentre per la vita a bordo e in porto si usa l’ora locale o legale dove in vigore.

(V)
Vang:  serve per cazzare il boma verso il basso, ovvero impedirgli di alzarsi, specie quando la scotta è molto lasca come nelle andature portanti. Il vang può essere di due tipi: il più semplice è un sistema a paranco con delle scotte, oppure nei tipi moderni è idraulico (questi ultimi detti vang rigidi).

Varea: parte terminale del boma o del tangone.

Vela:  sono formate da una serie di ferzi o pannelli di tessuto opportunamente sagomati per dare la giusta curvatura; i materiali più usati sono: il dacron e il nylon. Le vele ad alte perfomance, per regate, sono fatte anche in Kevlar, carbonio, e in altri materiali, con processi di realizzazione altamente tecnologici.

Vento: aria in movimento; può essere generato per variazioni di pressione tra zone differenti anche a grande distanza (vento sinottico); quando si manifesta per gradienti termici prende il nome di brezza. Quando si naviga a vela interagiscono tre venti: col termine vento reale si indica il vento che scorre liberamente, non alterato dalla presenza dell'imbarcazione; il vento apparente è invece la risultante tra il vento reale ed il vento di avanzamento; quest'ultimo è quanto viene avvertito, in completa assenza di vento reale, da ogni corpo in movimento per effetto della sua velocità. Il vento catabatico è un forte vento di discesa che si avverte in particolare modo di notte ed è dovuto al maggiore raffreddamento verificatosi in quota sulla cima dei monti; sommato all'effetto della brezza di terra richiamata dal mare genera spesso forti raffiche.

Vento in poppa: andatura velica in cui il vento arriva da poppa. E’ luogo comune, di buon auspicio, augurare: Vento in poppa! A chi naviga a vela. In realtà navigare con il vento proprio in poppa, in una calda e soleggiata giornata di agosto, non è proprio piacevolissimo. Avrete la sensazione che il vento non ci sia, e percepirete meno quella piacevole sensazione di frescura che vi da il vento in altre andature es: bolina, traverso, lasco, gran lasco. 

Venturi: Giovan battista, fisico (1746-1822), scoprì che il restringimento della sezione di un tubo in cui stia scorrendo un fluido provoca un aumento della velocità di scorrimento e una diminuzione di pressione esercitata dal fluido sulle pareti, l'effetto Venturi avviene anche con il vento; i velisti sanno bene cos'è, soprattutto quando si trovano a passare in tratti di mare ristretti dove le coste sono ravvicinate; un esempio tipico sono le Bocche di Bonifacio qui: il vento aumenta d’intensità proprio a causa della vicinanza delle coste della Sardegna e della Corsica. L’effetto Venturi viene sfruttato anche dalle vele: la fessura tra randa e genoa crea un’aumento della velocità del flusso d’aria e quindi di trazione della randa nella sua zona di sottovento.

Verricello: particolare tipo di argano a forma di campana che serve per moltiplicare la forza e rendere più agevole la tesatura di scotte e drizze; il verricello ruota sempre in senso orario mediante una manovella. Spesso viene usato il suo termine inglese winch. Alcuni verricelli (soprattutto quelli sulle barche moderne) hanno sulla parte superiore (la campana) un sistema per catturare e strozzare automaticamente la scotta durante il riavvolgimento, detto anche self-tailing

Vhf: è la radio di bordo delle imbarcazioni per le comunicazioni barca-barca o terra-barca. La sigla indica genericamente la frequenza radio compresa tra 30 e 300 megahertz (very high frequency: altissima frequenza).

Virare: per il velista virare, s’intende cambiare di bordo in un’andatura, ovvero cambiare le mure facendo passare la prua della barca nel vento. Per le imbarcazioni a motore è il repentino cambiamento di direzione. 

Vortici di Von Karman: sono le turbolenze indotte dal vento che si formano a valle di corpi di forma cilindrica; essi danno luogo alla particolare sonorità delle sartie con forte vento; prendono il nome da Theodor Von Karman che ne sviluppò la trattazione teorica. Sono quei “bei ululati” che si sentono quando il vento soffia forte...Uhhhh….Fiùùù…! 

(W)
Waypoint: termine inglese per definire il punto verso cui un'imbarcazione fa rotta.

Winch: termine inglese per chiamare il verricello (Vedi Verricello).

Whiskey: termine per indicare la lettera “W” nell’alfabeto fonetico internazionale icao. 




(Y)
Yacht: termine inglese (ma di origine olandese) entrato nell'uso comune per indicare genericamente una imbarcazione da diporto, sia a vela che a motore.

Yachting: termine che indica il mondo della vela nel suo insieme, sia diporto che regate.

Yankee:  un fiocco stretto e allungato, con la bugna particolarmente alta. che si alza sullo strallo di prua.

Yawl: imbarcazione a due alberi, con quello di mezzana (ovvero quello più a poppa) posto più a poppavia dell'asse del timone.

(Z)
Zattera di salvataggio: è il mezzo collettivo di salvataggio; normalmente si tratta di un battello pneumatico e autogonfiabile, contenente particolari dotazioni per permettere la sopravvivenza in caso di naufragio.

Zavorra: è il peso posto in sentina che garantisce la stabilità della barca. Nelle moderne barche a vela, la zavorra è costituita da un bulbo appeso sotto la chiglia.

Zenith: è un punto ideale posto lungo la verticale passante per l'osservatore, in direzione del cielo; il suo opposto è il Nadir. 



Zulu: la lettera “Z” nell’alfabeto fonetico internazionale icao; ma ci si riferisce anche all’ora corrispondente al meridiano di Greenwich (GMT Greenwich Mean Time).


Buon Vento



Centro Italia Vela S.r.l.
Viale delle Milizie, 9 00192 Roma
Tel. 3356329180
Email info@centroitaliavela.it


Dott. Massimo Francesco Schina 
Ufficiale di Navigazione del Diporto
Comandante Navi del Diporto
Esperto Velista FIV
Istruttore I Livello Yacht e/o Monotipi a Chiglia FIV

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