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lunedì 31 agosto 2015

Cosa ci manca?


L'idea  c'è
(la nostra "pazza idea" di Un equipaggio CentroItaliaVela iscritto al 
35° Campionato Invernale di Roma - Trofeo Città di Fiumicino),


il Comandante (Massimo Francesco Schina) c'è



la barca (un bel Hanse 370 E, preparata per le regate) c'è...

Allora cosa ci manca



Ci manca l'equipaggio, anzi per essere precisi, visto che alcune adesioni ci sono già state, ci manca di  completare l'equipaggio.

Questo anche perché intendiamo mettere insieme un equipaggio leggermente "sovradimensionato", ovvero con qualche elemento in più dello stretto necessario.

E' l'esperienza che ce lo ha insegnato: un campionato invernale è composto da numerose regate ed altrettanti allenamenti, insomma un bel impegno soprattutto temporale. Però i regatanti nella stragrande maggioranza hanno anche molti altri impegni familiari, lavorativi, contrattempi... insomma un evento piacevole come la partecipazione ad un campionato invernale (il più importante a livello nazionale) potrebbe diventare una fonte di stress anche per il velista più appassionato, soprattutto se si venisse a trovare nella condizione di essere insostituibile.  

Per ovviare al problema ci si organizza così:

  • Si mette inseme un equipaggio più numeroso del dovuto. 
  • si prepara una programmazione degli impegni con titolari e riserve in funzione del calendario previsto dal campionato
  • Ci si tiene sempre informati, comunicando tempestivamente ogni eventuale sopraggiunto  impedimento alla propria partecipazione ad una regata/allenamento previsto, così come si comunica la propria disponibilità nel caso qualcuno di noi si riesca a liberare da qualche altro impegno precedente.
Con questi semplici accorgimenti la nostra partecipazione al campionato sarà divertente, emozionante, eccitante e mai stressante.    

E ricordiamoci l'obiettivo fissato dal Comandante
impariamo a muoverci come un sol uomo su una barca piccola e performante tra settembre e ottobre per salire almeno una volta sul podio in una delle dieci regate del prossimo campionato invernale a Fiumicino in qualsiasi delle innumerevoli categorie... Basta un podio, chi ci sta?

ma soprattutto:




Tu ci stai??
Se sei interessato, comunica al Comandante la tua adesione scrivendogli alla casella regate@centroitaliavela.it o telefonandogli al numero 3356329180
Se la risposta non sarà immediata, non preoccuparti, spesso sta per mare, ma ti risponderà appena possibile. 

Buon Vento



Centro Italia Vela S.r.l.
Viale delle Milizie, 9 00192 Roma
Tel. 3356329180


Dott. Massimo Francesco Schina 
Ufficiale di Navigazione del Diporto
Comandante Navi del Diporto
Esperto Velista FIV
Istruttore I Livello Yacht e/o Monotipi a Chiglia FIV

venerdì 28 agosto 2015

Hanse 370 E

Proseguiamo con la nostra serie di post di recensione di barche, dedicati a tutti coloro che coltivano il loro Sogno di Vela di comprarsi una barca.



Oggi parliamo del Hanse 370 E, una barca che ci sta particolarmente a cuore, in quanto è quella con cui andremo a realizzare la nostra pazza idea:
Un equipaggio CentroItaliaVela iscritto al 35° Campionato Invernale di Roma - Trofeo Città di Fiumicino

Forte delle linee d'acqua concepite da Judel-Vrolijk, questo undici metri e mezzo è agile e veloce, ma anche confortevole.

Assicura grandi prestazioni, e grazie al suo design, (decisamente innovativo nel 2006 quando fu presentato in sostituzione del precedente 371) risulta dotato anche di generosi volumi interni tali da soddisfare non solo i ragatanti, ma anche gli armatori amanti delle lunghe navigazioni. 



Il bordo libero contenuto, gli slanci appena accennati e la ridotta altezza della tuga, donano all’Hanse 370 una linea gradevole e aggressiva.
Semplice e razionale, il piano di coperta è occupato in buona parte dalla tuga.
Protetto da un’efficace e largo paramare, il pozzetto si presenta comodo e accogliente, tanto da poter ospitare al suo centro un tavolo in plastica ad ante abbattibili. Sotto le sedute sono nascosti due gavoni.
Ai lati del tambuccio sono posizionati due winch self-tailing, grazie ai quali è possibile regolare ogni manovra corrente presente a bordo; oltre a drizze e amantigli, rinviati da piede albero, i due verricelli possono essere utilizzati per regolare la scotta del fiocco autovirante e quella della randa, il cui trasto è fissato sulla tuga, a pruavia della scala di accesso.
Altri due winch, utilizzabili per regolare le scotte del genoa rollabile o del gennaker, sono localizzati ai lati della colonnina del timone, dove possono essere facilmente raggiunti dal timoniere.



Frazionato a 9/10 e dotato di due ordini di crocette, l’albero è in alluminio e poggia in coperta.
Il piano velico è allungato e prevede l’abbinamento di una randa steccata con due mani di terzaroli a un comodo fiocco autovirante; quest’ultimo può essere sostituito da un genoa avvolgibile al 140% di sovrapposizione, la cui resa con vento leggero è ovviamente superiore. 
Essendo la barca già predisposta, alle portanti è consigliabile l’impiego di un gennaker, pratico da gestire soprattutto in equipaggio ridotto.


Linee squadrate, mobili semplici e moderni con la contrapposizione tra il bianco delle paratie e i caldi colori del legno rendono piacevoli gli interni.
I designer hanno previsto due layout, che si differenziano per la distribuzione della zona poppiera, disponibile con una grande cabina matrimoniale spostata sulla sinistra e un ampio gavone a dritta, accessibile dal pozzetto, oppure dotata di due cabine gemelle.

Entrambe le versioni offrono, la cabina di prua, e la stessa zona giorno.



La dinette, ben illuminata e areata dai numerosi oblò apribili e dagli osteriggi incassati nella tuga, occupa interamente il centro barca: lungo la murata di dritta è posizionato un grande divano a C che circonda un tavolo sprovvisto di bordo rialzato, mentre, lungo la paratia opposta, è ricavato un divanetto a due sedute, tra le quali è collocato il tavolo da carteggio.

La cucina, situata a destra della scala di accesso, è disposta con intelligenza ed 
equipaggiata di tutto punto.



Dall’altra parte del corridoio troviamo i servizi, sufficientemente spaziosi da essere dotati di box doccia separato

Se ne vuoi sapere di più qui c'è un bel articolo della rivista SoloVela.

Dati Tecnici:
Modello Hanse 370 E
Cantiere Hanse Yachts
Lung.f.t. 11,25  m
Larghezza 3,75  m
Pescaggio (doppia opzione) 1,95/1,60 m
Dislocamento 6.800  kg
Zavorra 2.280  kg
Sup. velica 67 mq
Motore 29 hp
Cabine 2/3
Bagni 1

Buon Vento ... e ... Buoni Sogni! ;-) 




Centro Italia Vela S.r.l.
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Dott. Massimo Francesco Schina 
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martedì 25 agosto 2015

Grippia e grippiale


Continuiamo la nostra serie di post dedicati a piccoli argomenti pratici il cui ripasso può risultare spesso utile: oggi ripasseremo l' uso della grippia e del grippiale*.

Da Wikipedia* "Talvolta per riuscire a liberare l'ancora rimasta incastrata nel fondale (roccia o catenaria sono le cause più comuni) è necessario usare la grippia o "grippa", cioè una sagola (cima) legata al diamante dell'ancora, con la quale si può spedare l'ancora al rovescio e facilitarne il recupero. Essa può essere usata o meno con il grippiale o "grippale", un gavitello cui viene legato il capo libero della grippia".




Scendiamo un po nel dettaglio, vediamo di cosa si tratta:
  • La GRIPPIA è un cavo, tutto in cima o tutto in catena o anche misto, collegato al diamante dell'ancora. 
  • Il GRIPPIALE è invece un gavitello, che può esserci o meno, e nel caso si trova legato alla grippia di cui sopra. Codesto gavitello può realizzarsi con qualsiasi mezzo galleggiante di dimensioni adatte (un piccolo parabordo piuttosto che un galleggiante da pesca, se non addirittura apposite boette in commercio con tanto di impressa la scritta ANCHOR, per dissuadere eventuali nuovi arrivati in baia da adoperarlo a loro volta come boa d'ormeggio!), tuttavia la sua presenza non è essenziale, nel senso che si può ugualmente far uso della Grippia, riportando piuttosto questa a bordo da prua. 
Pro/contro della Grippia
La Grippia si usa per godere del'impagabile vantaggio di garantire una rapida spedata dell'ancora in quelle condizioni di fondale laddove questa possa presumibilmente impigliarsi, caso emblematico i fondali di rocce multiformi (ed i peggiori sono quelli conformati con grossi massi): come dire, che in tutti i casi che codesto rischio si presenti in base all'esperienza dello skipper e la sua conoscenza dei luoghi, sarà utile la decisione da parte sua di predisporre la grippia già in fase di ancoraggio. 

La manovra sarà quella classica consistente nel dar fondo fermandosi con il vento in prua, dopo avere preparato a bordo l'ancora principale appennellata fuori bordo sopra la superficie dell'acqua, e la grippia (cima o catena) ammanigliata al diamante dell'ancora principale e poi che faccia via in chiaro riportata a bordo, e abbisciata sempre in chiaro sulla prua, di fianco al pozzetto dell'ancora principale; si darà poi fondo, filando la grippia in anticipo se dotata di suo grippiale, piuttosto che filandola concordemente alla linea di ancoraggio principale se si adotta il sistema di rinviarla a sua volta a bordo. 

Pro/contro del Grippiale
La boetta di segnalazione è assai intrigante, e indubbiamente molti skipper la usano anche per dar dimostrazione delle proprie arti marinaresche, ma in sè presenta una serie di inconvenienti non di poco conto. Prima di tutto in rade molto affollate rischia di invadere lo spazio di giro d'àncora altrui, e di per sè è poco cortese privare di spazio per l'altrui ancoraggio; in più, nell'eventualità di una salpata generale in emergenza, magari durante le ore notturne, la stessa boetta potrebbe non esser vista e finire aggrovigliata nelle eliche altrui, con le immaginabili conseguenze anche gravi, e tacendo delle relative responsabilità. 
Nel caso opposto, invece, di stanca assoluta di vento, con le barche che inizino a girare sull'ancora non più in fase, lo stesso gavitello potrebbe urtare il proprio scafo o gli altri, e dar disturbo

Sicuramente è comodo avere sempre l'indicazione visiva della posizione della propria ancora, anche a beneficio dei terzi, ma codesta manovra non deve essere abusata fino ad interferire con le manovre altrui: ciò per dire che il Grippiale va usato ("aggiunto") solo e soltanto quando è fondamentale segnalare la posizione della propria ancora

Come in porto, dove ciascuno sceglie un calumo differente, e non è semplice da valutare a vista, dalla sola inclinazione della catena sugli altrui musoni, l'esatta posizione delle linee d'ancoraggio. Inoltre nei porti la presenza di rifiuti sul fondo, prima di tutto vecchie ancore abbandonate, può aumentare il rischi di impiglio. 

In baia invece, laddove gli ormeggi sono pressoché paralleli al vento, è più semplice trovare indicazioni visuali sia delle posizioni delle linee d'ancoraggio già stese, che anche delle relative lunghezze. E' ovvio che in questo caso il grippiale di segnalazione può solo costituire un intralcio, senza considerare neppure la possibilità scortese che qualcuno possa adoperarlo di proposito per tenere a distanza le altre imbarcazioni alla fonda! 

Se poi ci sono ancora dubbi, guardati a spiegazione di Davide Besana



Se infine vuoi sapere veramente tutto dell'uso della grippia e del grippiale, leggi questo bellissimo articolo.

Buon Vento



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venerdì 21 agosto 2015

Il Vento


Continuando con i nostri ripassini estivi, oggi ci rinfreschiamo le idee sul vento



Come nasce il vento
Il vento è uno spostamento pressoché orizzontale tra due punti di diversa pressione atmosferica 
Da una alta pressione (High) va verso la bassa pressione (Low) cosi come l'acqua, tra due bicchieri collegati, va da quello pieno a quello vuoto fino a che i livelli sono uguali 

In metorologia vedendo una alta pressione H come un collina e un bassa pressione come una valle L va dalla collina abbassandola alla valle alzandola fino formate una pianura.




Da cosa è condizionato il vento
  • Forza gradiente barico
  • Forza di Coriolis
  • Forza di Attrito
  • Forza Centrifuga
Più in dettaglio: 
  1. Forza di GRADIENTE  diretta dall’alta alla bassa pressione e proporzionale alla differenza di pressione per unità di lunghezza (gradiente barico). Maggiore è la distanza in primi (NM = 1,852 KM) minore è la velocità del vento.  Minore è la distanza in primi (NM = 1,852 KM) maggiore è la velocità del vento. 
  2. Forza DEVIANTE (di Coriolis) diretta alla destra del moto (emisfero Nord) e proporzionale alla velocità del moto.  Massima ai Poli.  Nulla all'equatore. Nell'emisfero Sud è diretta alla sinistra del moto. 
  3. Forza di ATTRITO  diretta in senso contrario al moto e proporzionale alla velocità Vale per i primi strati vicino al mare/terra. Infatti il vento in coperta può essere 2 3 volte inferiore al vento in testa d’albero. I velai chiamano questa diversa velocità e di conseguenza anche direzione Twist e serve per definire lo svergolamento della vela. Gli albatros volano controvento sfruttando la differente velocità del vento vicino all’acqua.
  4. Forza CENTRIFUGA diretta lungo il raggio di curvatura della traiettoria, proporzionale al quadrato della velocità ed inversamente proporzionale al raggio di curvatura (nulla per Isobare rettilinee). Massima all’ Equatore minima ai Poli. Per questo la terra è un geoide più largo che alto. 


Come si misura il vento
Il vento è lo spostamento di una massa d’aria atmosferica da un’area di alta pressione a una di bassa pressione. Tale flusso di aria non si muove però in maniera diretta da un punto all’altro.

Esso subisce infatti una deviazione causata dalla forza di Coriolis che tende a spostare il flusso d’aria verso destra all’interno dell’emisfero settentrionale e verso sinistra nell’emisfero meridionale.  Il vento si trova così a spirare parallelamente alle isobare, ossia quelle linee ideali utilizzate nelle carte meteorologiche per unire i punti caratterizzati da stessa pressione atmosferica. Quando ci si trova a basse quote è necessario tenere conto anche dell’azione dell’attrito, il quale può modificare considerevolmente la direzione del vento (di 10° sul mare e di ben 15/30° sulla terra).



L’intensità, o velocità, del vento dipende dal gradiente barico, ossia la distanza delle isobare. Essa si misura con l’anemometro, uno strumento inventato nella metà del 1400 da Leon Battista Alberti ma arrivato nel 1926 ad assumere la forma utilizzata ancora oggi, quella a tre coppette, grazie a John Patterson.



La velocità (o intensità) del vento si misura in m/s, km/h e in nodi. Ogni nodo equivale ad un miglio nautico l’ora, ossia 1,852 km/h. L’abbreviazione conosciuta a livello internazionale è kn, anche se nei paesi anglosassoni non è raro trovare l’abbreviazione al plurale kts. Grazie alla scala di Beaufort è possibile classificare la forza del vento in 13 livelli, partendo da una situazione di calma (da 0 a 1 nodo) fino ad arrivare all’uragano quando si hanno più di 64 nodi.

La direzione di provenienza del vento è riferita al nord. Quando si naviga in barca a vela è fondamentale avere una buona conoscenza della rosa dei venti, la quale indica il nome dei venti e la loro direzione di provenienza.



La rosa dei venti è divisa in 4 quadranti:
  1. I quadrante: Tramontana da N, Grecale da N-E e Levante da E.
  2. II quadrante: Levante da E, Scirocco da S-E e Mezzogiorno da S.
  3. III quadrante: Mezzogiorno da S, Libeccio da S-O e Ponente da O.
  4. IV quadrante: Ponente da O, Maestrale da N-O e Tramontana da N.
I venti hanno diverse classificazioni:
  • I venti costanti sono quelli che soffiano tutto l’anno mantenendo costante la direzione e il senso. Esempi sono gli alisei e i venti occidentali.
  • I venti periodici invertono periodicamente il proprio senso. Un chiaro esempio di vento periodico sono i monsoni: nei mesi estivi soffiano dal Oceano verso terra, mentre in inverno spirano dal continente in direzione del mare.
  • I venti locali sono tipici delle zone temperate. Essi soffiano in maniera irregolare quando si creano aree cicloniche e anticicloniche.


L' effetto del vento sulla barca a vela
Il vento sulla vela ha due effetti
  1. Portanza nella andature a risalire al vento (da ca 30 a 90 gradi dalla sua direzione)
  2. Spinta nelle andature a scadere (da 90 a 180 gradi dalla sua direzione)

Più in dettaglio 
La portanza è generata dalle differenti pressioni che si formano sulla vela in quanto sotto vento della vela le molecole accelerano e (legge di Bernoulli) generano un vuoto (depressione L) e sopravento rallentano generando un peso (alta pressione H) provocando una forza che in somma vettoriale con la forza di raddrizzamento dell barca (dovuto alla stazza e alla deriva) da una spinta in avanti alla barca
La spinta è la forza determinata dalla velocità e peso delle molecole di aria sulla vela ed è proporzionale alla superficie della vela e all'angolo di incidenza della direzione del vento rispetto alla corda della stessa



Le andature si determinano rispetto all'angolo di direzione e sono 
  • Bolina circa 30/70 gradi (a risalire)
  • Traverso circa 90 gradi
  • Lasco circa 100 110 gradi (a scadere)
  • Granlasco circa 120 160 gradi (a scadere)
  • Poppa circa 180 gradi (a scadere)... 

Buon Vento



Centro Italia Vela S.r.l.
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martedì 18 agosto 2015

Vele Storiche Viareggio 2015


Dall’8 all’11 Ottobre 2015 si terrà l’undicesima edizione del Raduno Vele Storiche Viareggio,  organizzato  dall’Associazione Vele Storiche Viareggio in collaborazione con il Club Nautico Versilia e l’AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca).



Anche in questa edizione parteciperanno molte barche:

  • Ardi (1968) è la barca sulla quale ha regatato l’Ammiraglio Agostino Straulino, eroe della vela italiana, 
  • Bufeo Blanco (1963) tornerà a Viareggio dopo avere partecipato ai più importanti raduni di vele d’epoca del Mediterraneo, 
  • Valentina (1975) festeggerà 40 anni dal varo, 
  • la neo-restaurata Oenone (1935) di anni ne compirà ben 80 
  • l’elegante Margaret (1925) ne festeggerà addirittura 90. 
  • E poi Ilda (1946), 
  • Estella (1946), 
  • Enrimar (1970), 
  • Birbona
  • Madifra 2
  • Albelimar III (Ex-Dragonera), 
  • Nina V 
  • e tante altre...


Per le preiscrizioni alla undicesima edizione del Raduno Vele Storiche Viareggio, in programma dal 8 al 11 Ottobre a Viareggio, non è richiesto il versamento di alcuna quota. Le prime 20 barche che invece decideranno di formalizzare l’iscrizione, versando la quota prevista (€ 200 per yacht inferiori a 12 m, € 300 per yacht tra 12 e 18 m, € 400 per yacht superiori a 18 m), otterranno un triplo vantaggio: lo sconto del 20% sul iscrizione al Raduno 2015, lo sconto del 20 % sulla quota associativa per l’anno 2016 e un abbonamento gratuito della durata di 1 anno alla rivista “Il Giornale della Vela” (in formato digitale). Per iscriversi scaricare il modulo, in formato Word o PDF, andate sulla home del sito www.velestoricheviareggio.org.



Ma la manifestazione sarà interessante non solo per gli equipaggi iscritti, ma anche per gli spettatori.
Chiunque, durante i giorni della manifestazione, potrà chiedere di visitare le imbarcazioni in banchina. Salire a bordo di questi scafi rappresenterà un’imperdibile occasione per fare un salto indietro nel tempo al epoca d’oro dello yachting, quando la vela rappresentava un momento di incontro tra gentiluomini e sportivi. Oggi questo spirito rivive tra gli attuali armatori degli splendidi gioielli partecipanti al raduno viareggino.



Alle aziende che lo richiederanno verrà offerta la doppia possibilità di rendere visibile il proprio marchio e i propri prodotti in occasione del raduno. Abbigliamento tecnico-sportivo, operatori nautici, società del comparto finanziario e assicurativo, prodotti eno-gastronomici, tecnologia e manifattura. Chiunque, previo contatto con la Segreteria Organizzativa, potrà diventare protagonista di questa manifestazione per garantirsi visibilità tra gli armatori delle barche d’epoca e il pubblico di appassionati che ogni anno torna a Viareggio per l’ultimo grande raduno della stagione.

C'è tutto il tempo per decidere ed organizzarsi una bella gita... 

Buon Vento



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venerdì 14 agosto 2015

Fare il nodo parlato

Continuiamo la nostra serie di post dedicati a piccoli argomenti pratici il cui ripasso può risultare spesso utile: oggi ripasseremo come fare il nodo parlato.

Il nodo parlato è di facile esecuzione. È ideale per assicurare la cima del parabordo alla draglia, ma può essere usato anche per legare una cima a una bitta d’ormeggio, purché temporaneamente, in questo caso, infatti, se il tiro cambia direzione il nodo si può sciogliere

Ecco come eseguire il nodo parlato alla perfezione in quattro passi semplici e veloci.



  1. Dopo esserci assicurati che il parabordo sia posto alla altezza giusta della murata, facciamo passare la cima sulla draglia, dell’esterno verso l’interno. 
  2. Quindi, blocchiamo con una mano la cima poggiata sul lato esterno, facciamo un giro e incrociamo il corrente da sinistra verso destra.

  3. Tenendo fermo il dormiente sulla draglia facciamo un giro col corrente intorno al cavo di acciaio. Ora il corrente è al interno.
  4. A questo punto dobbiamo passare il corrente fra la draglia e l’ultimo giro fatto intorno al cavo di acciaio, dal basso verso l’alto ed il gioco è fatto.


Di seguito un video che lo spiega in maniera ancora più semplice




Buon Vento



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martedì 11 agosto 2015

Pazza idea...




Di far l'amore con te... 
Diceva una bella canzone di Patty Pravo, ma non è questa l'idea che ci frulla in mente,
la nostra idea, è un altra, però è ugualmente seducente intrigante, emozionante e perché no, un po pazza...
La nostra idea è questa: 
Un equipaggio CentroItaliaVela iscritto al 35° Campionato Invernale di Roma - Trofeo Città di Fiumicino

L'idea era già nell'aria da un po, ma è andata prendendo corpo definitivamente dopo l'ultima comunicazione del Comandante attualmente in Montenegro:



"Due regate, due vittorie... un grazie soprattutto ai miei 3 compagni di equipaggio con i quali pur senza conoscersi c'è subito stata intesa, pur non parlando il montenegrino. L'unico linguaggio comune quello tra marinai che vanno a vela. So' soddisfazioni... :-) "

E' partita subito la richiesta di maggiori informazioni: "Ma con che barca si partecipa?"

La risposta è arrivata subito: "La barca è un Hanse 370 E preparata per le regate, una bella barca competitiva."



A quel punto è nata subito un altra domanda spontanea: "Ma come ce la giochiamo, sul competitivo o sul -Importante è partecipare-?"

Anche su questo il Comandante ha già le idee ben chiare (Ovvio, è il Comandante... :-) ) "Per lo spirito col quale ci si aggrega in equipaggio lo vorrei a metà tra il competitivo e il decubertinismo... Insomma: non è l'obiettivo unico vincere ed essere sul podio,  ma costanza nelle presenze, crescita e applicazione sono necessari. Non è proprio una passeggiata ci vuole un po' di impegno!
È come suonare in un orchestra non bisogna per forza uscire dal Conservatorio ma senza le prove il concerto viene uno schifo: cacofonia!
Con l'impegno, la costanza e l'applicazione, invece possono uscire risultati sorprendenti! ;-)
"


Per ora è ancora solo un idea... anzi una "pazza idea", ma ne riparleremo, la metteremo a punto e di sicuro quest'inverno ne vedremo delle belle!!! 

Aggiornamento del Comandante del 18 agosto :
L' idea di partecipare ad una competizione prende sempre più forma e concretezza. Il catamarano è super comodo per le vacanze ma che gran voglia di sentire la barca sbandata che avanza di bolina e uno spinnaker per scendere di poppa senza questo furling gennaker che sì è comodo in crociera ma caspita si va a funghi appena c'è il vento giusto per muoversi col bestione. Obiettivo: impariamo a muoverci come un sol uomo su una barca piccola e performante tra settembre e ottobre per salire almeno una volta sul podio in una delle dieci regate del prossimo campionato invernale a Fiumicino in qualsiasi delle innumerevoli categorie... Basta un podio, chi ci sta?



Se sei interessato, comunica al Comandante la tua adesione scrivendogli alla casella regate@centroitaliavela.it o telefonandogli al numero 3356329180
Se la risposta non sarà immediata, non preoccuparti, spesso sta per mare, ma ti risponderà appena possibile. 

Buon Vento ... and Stay Tuned!



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venerdì 7 agosto 2015

Addugliare una cima

Cominciamo una serie di post dedicati a piccoli argomenti pratici il cui ripasso può risultare spesso utile: oggi ripasseremo come addugliare una cima.

In regata o durante una crociera, mantenere il pozzetto in ordine è fondamentale non solo perché una coperta pulita consente di muoverci facilmente, ma perché quando ci serve una cima non è mai al suo posto, quindi è bene sempre riporla nel suo gavone
Vediamo, allora, come si adduglia una cima.



Iniziamo ad addugliare la cima esercitando con la mano una torsione, seguendo il verso della cima, fra indice e pollice.





Non addugliamo l’intera cima, ma lasciamone libera circa un metro per avvolgerla intorno alla matassa almeno un paio di volte.



Adesso non rimane che formare un doppino facendolo passare all’interno della matassa, 


lasciando libera un po’ di cima per farla passare successivamente nel doppino stesso e stringere.
Il gioco è fatto, adesso non resta che riporre la cima nel suo gavone, dove la troveremo facilmente e pronta all'uso nel momento che ci servirà.

Buon Vento.



Centro Italia Vela S.r.l.
Viale delle Milizie, 9 00192 Roma
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