"L’imperativo per superare il Golfo di Biscaglia è aspettare 3 giorni di meteo favorevoli.
Naturalmente non solo d’inverno è dura che capiti, ma l’azienda non può permettersi di aspettare a vuoto... Sono partito dunque con una giornata su carta che ho definito maneggevole, il giorno successivo buono ed il terzo previsto difficile.
Ore 7:20 con l’alta marea imboccai il canale di uscita insieme ad un paio di pescherecci oceanici, molto diversi dai nostri: maestosi, con una prua alta e blindati nella postazione di comando questo da subito ad occhi un pochino esperti dava l’idea delle sventolate e degli schiaffi di mare che la zona può scatenare.
Subito fuori dal braccio frangiflutti 3 m d’onda: prevista ma comunque sempre impressionante.
Il catamarano comincia a beccheggiare, rollare e avere una componente in diagonale mai presente sui monoscafi.
Motore, carico rizzato e barca stagna imbracato e cinture allacciate. 70 miglia di sofferenza pura con onda che aumenta fino a 5 m.
A quella distanza dalla costa una zona di pericolo piuttosto ampia e ben segnalata sulla carta la faccio sfilare sulla sinistra, passandoci ampiamente a Nord.
L’idea di avere davanti altre 290 miglia era disarmante con una media di 4,7kts dove la punta massima di velocità nel l’incavo dell’onda era 2,6 kts.
Basta, troppo per noi in soli due in equipaggio
Il primo giorno maneggevole risulta essere difficile e pensando al terzo che stimiamo quello sì difficile già su carta decido il piano B: poggio e fuggo con l’onda non più in prua ma al traverso/giardinetto.
Più velocità più stabilità e nessun pericolo attorno: Oceano.
Anche i delfini sembrano pantografati in grande...
Rotta su Sant’Ander e col passare delle ore tutto si calma.
Alzo la randa e ci mettiamo in media con la tabella di marcia.
Ora è il sonno e i turni che ci vedono impegnati in un personale braccio di ferro.
Spazio, nessuno al l'orizzonte... a 100 mg dalla costa settentrionale spagnola faccio i calcoli della marea per entrare in porto in sicurezza.
Sant’Ander risulta essere troppo “vicina” e ci farebbe arrivare di notte con la bassa: no buono per nulla.
Ciondolare al buio aspettando è impensabile.
Piano C: Gijon è il nostro porto, la giusta stanza per riposare.
Più lontano ma ha il vantaggio di farci atterrare con l’alta marea e con la luce del mattino del terzo giorno.
Per radio nessuno ci accoglie, entriamo e un altro equipaggio di un catamarano ci aiuta con le cime.
Siamo al sicuro, stanchi ma soddisfatti dell’impresa.
Il Golfo di Biscaglia è veramente un brutto cliente.
Il terzo giorno quello che a Les Sables d'Olonne su carta definii difficile non lo voglio nemmeno conoscere.
Ora arriva Felix, sulla costa ne parlano tutti. Radio banchina sostiene che domenica ci saranno onde di 9,5 m.
Scrivo da l’aeroporto di Madrid dove faccio scalo per Roma, questo fine settimana c’è l’ultima giornata del campionato invernale.
Porto con me la consapevolezza di essere cresciuto come marinaio.
La prossima settimana si torna a bordo e ci si rimette in rotta per Capo Finisterre, un altro cliente difficile.
Abbiamo fatto 290 miglia ne mancano solo 1700 a Roma...
stay tuned."
Chiunque sia interessato a partecipare al trasferimento del Catamarano Lagoon 40 da Les Sables D'Olonne ad Ostia, può contattare il Comandante scrivendo alla casella info@centroitaliavela.it o telefonando al numero 3356329180, oppure presentandosi direttamente in sede in Viale delle Milizie, 104.
Dott. Massimo Francesco Schina
Ufficiale di Navigazione del Diporto
Comandante Navi del Diporto
Esperto Velista FIV
Istruttore I Livello Yacht e/o Monotipi a Chiglia FIV
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Due righe scritte dal Comandante durante il volo di ritorno dopo la prima tratta del trasferimento del Catamarano Lagoon 40 da Les Sables D'Olonne ad Ostia...
http://www.centroitaliavela.it/2018/03/trasferimento-catamarano-prima-tratta_12.html
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