Il VHF (Very High Frequency), è la radio di bordo in tutte le imbarcazioni di qualunque dimensione.
In passato la radio veniva installata a bordo di tutte le imbarcazioni iscritte al R.I.D. (Registro Imbarcazioni da Diporto), tenuto presso le Capitanerie di porto, previo rilascio della licenza d’esercizio cui corrispondeva il pagamento di un canone.
La licenza era rilasciata da una delle due compagnie italiane, la SIRM e la TELEMAR.
Successivamente una serie di leggi ha facilitato l’installazione a bordo del VHF per fini di sicurezza, tuttavia, l’uso smodato di questo apparecchio da parte dei diportisti italiani ne ha praticamente capovolto la funzione al punto che è diventato strumento per far giocare i bambini in crociera, per fare versi corporali, cantare canzoni, raccontare barzellette e ricette. E’ molto triste rendersi conto, nei luoghi di vacanza all’estero, che le voci che si sentono insistentemente alla radio, spesso impegnate in argomenti futili, sono sempre e solo italiane. Val la pena ricordare che il VHF può salvare delle vite umane, essendo uno strumento di comunicazione fruibile in alto mare.
Avendo una portata ottica, le antenne devono vedersi, quindi la distanza di comunicazione è limitata a poche miglia, di solito 15/20 secondo la potenza di uscita ed il tipo di apparecchio. Il linguaggio da utilizzarsi nelle comunicazioni radio è stato frutto di un’evoluzione precisa, tale da permettere la comunicazione anche tra operatori di diversa lingua e cultura, in modo che standardizzando le procedure anche una traduzione non proprio precisa mette in condizione l’ascoltatore di individuare una serie di parole uniche.
Occorre sempre ricordare che è fatto obbligo di osservare il silenzio radio nei “primi tre minuti delle ore e delle mezz’ore”, in modo da permettere un ascolto più pulito delle imbarcazioni lontane che necessitano assistenza.
Il VHF lavora differentemente dal telefono: la conversazione viene effettuata su vari canali definiti simplex che permettono, cioè, solamente di parlare oppure ascoltare; la selezione avviene per mezzo di un pulsante e la cessione del canale avviene per mezzo di parole in codice; è necessario attendere che il nostro interlocutore abbia terminato la frase e ci abbia ceduto la conversazione.
I canali dedicati alla navigazione sono diversi e sono predefiniti. Si possono trovare apparecchi che indicano la frequenza di lavoro oppure un numero che indica un canale che a sua volta corrisponde ad una data frequenza. Nel selezionare un canale occorre ricordare che esistono canali riservati al solo traffico di sicurezza, un canale riservato alla sola chiamata ed al traffico di sicurezza (il canale 16) e canali riservati alla conversazione nave-nave e nave-terra.
Nelle conversazioni tra imbarcazioni che navigano di conserva è consigliabile decidere un canale di servizio su cui effettuare il traffico senza impegnare tutto l’etere. Il VFH ha varie potenze di uscita; le potenze di uscita determinano la distanza coperta dalle onde radio che si propagano concentricamente all’ antenna e sono di tipo circolare. Per capire l’irraggiamento delle onde del VHF basta osservare le onde prodotte da un sassolino che cade in acqua. Allo stesso modo le onde del VHF si propagano nell’ aria nel momento in cui viene attivato il segnale VHF, più le antenne impegnate sono alte, più le onde radio si propagheranno e se le onde, nel loro cammino, incontreranno ostacoli più o meno importanti, esse saranno disturbate in maniera più o meno importante. Va da se che se dobbiamo conversare con un’imbarcazione che naviga a poche miglia da noi, non è necessario impostare la potenza massima di uscita ma sarà sufficiente la minima.
Per mantenere un orecchio, comunque, sul canale universale di chiamata e soccorso è sufficiente impostare il VHF nel modo doppio ascolto. Questa modalità ci permetterà di mantenere in ascolto il canale 16 universale, mentre manterremo i contatti sul canale riservato con l’imbarcazione che naviga di conserva.
La chiamata avviene ripetendo per tre volte il nome della stazione chiamata, sia essa una barca o una stazione di terra. Al nome della stazione chiamata segue il nome del chiamante e la parola “passo” oppure “cambio” che servono a “cedere” la comunicazione al nostro interlocutore il quale, diversamente, attenderà all’altro capo pensando che non abbiamo ancora finito di parlare.
Dobbiamo ricordare che la chiamata viene fatta una sola volta parlando con chiarezza e lentamente; se non segue risposta è inutile insistere chiamando continuamente, piuttosto aspettiamo due minuti e ritentiamo la chiamata.
Riceveremo una chiamata trasferendo la conversazione su uno dei canali di servizio.
Se chiamiamo una stazione di terra o se siamo chiamati da una stazione di terra, attenderemo dalla stazione l’indicazione del canale di lavoro prescelto.
In passato la radio veniva installata a bordo di tutte le imbarcazioni iscritte al R.I.D. (Registro Imbarcazioni da Diporto), tenuto presso le Capitanerie di porto, previo rilascio della licenza d’esercizio cui corrispondeva il pagamento di un canone.
La licenza era rilasciata da una delle due compagnie italiane, la SIRM e la TELEMAR.
Successivamente una serie di leggi ha facilitato l’installazione a bordo del VHF per fini di sicurezza, tuttavia, l’uso smodato di questo apparecchio da parte dei diportisti italiani ne ha praticamente capovolto la funzione al punto che è diventato strumento per far giocare i bambini in crociera, per fare versi corporali, cantare canzoni, raccontare barzellette e ricette. E’ molto triste rendersi conto, nei luoghi di vacanza all’estero, che le voci che si sentono insistentemente alla radio, spesso impegnate in argomenti futili, sono sempre e solo italiane. Val la pena ricordare che il VHF può salvare delle vite umane, essendo uno strumento di comunicazione fruibile in alto mare.
Avendo una portata ottica, le antenne devono vedersi, quindi la distanza di comunicazione è limitata a poche miglia, di solito 15/20 secondo la potenza di uscita ed il tipo di apparecchio. Il linguaggio da utilizzarsi nelle comunicazioni radio è stato frutto di un’evoluzione precisa, tale da permettere la comunicazione anche tra operatori di diversa lingua e cultura, in modo che standardizzando le procedure anche una traduzione non proprio precisa mette in condizione l’ascoltatore di individuare una serie di parole uniche.
Occorre sempre ricordare che è fatto obbligo di osservare il silenzio radio nei “primi tre minuti delle ore e delle mezz’ore”, in modo da permettere un ascolto più pulito delle imbarcazioni lontane che necessitano assistenza.
Il VHF lavora differentemente dal telefono: la conversazione viene effettuata su vari canali definiti simplex che permettono, cioè, solamente di parlare oppure ascoltare; la selezione avviene per mezzo di un pulsante e la cessione del canale avviene per mezzo di parole in codice; è necessario attendere che il nostro interlocutore abbia terminato la frase e ci abbia ceduto la conversazione.
I canali dedicati alla navigazione sono diversi e sono predefiniti. Si possono trovare apparecchi che indicano la frequenza di lavoro oppure un numero che indica un canale che a sua volta corrisponde ad una data frequenza. Nel selezionare un canale occorre ricordare che esistono canali riservati al solo traffico di sicurezza, un canale riservato alla sola chiamata ed al traffico di sicurezza (il canale 16) e canali riservati alla conversazione nave-nave e nave-terra.
Nelle conversazioni tra imbarcazioni che navigano di conserva è consigliabile decidere un canale di servizio su cui effettuare il traffico senza impegnare tutto l’etere. Il VFH ha varie potenze di uscita; le potenze di uscita determinano la distanza coperta dalle onde radio che si propagano concentricamente all’ antenna e sono di tipo circolare. Per capire l’irraggiamento delle onde del VHF basta osservare le onde prodotte da un sassolino che cade in acqua. Allo stesso modo le onde del VHF si propagano nell’ aria nel momento in cui viene attivato il segnale VHF, più le antenne impegnate sono alte, più le onde radio si propagheranno e se le onde, nel loro cammino, incontreranno ostacoli più o meno importanti, esse saranno disturbate in maniera più o meno importante. Va da se che se dobbiamo conversare con un’imbarcazione che naviga a poche miglia da noi, non è necessario impostare la potenza massima di uscita ma sarà sufficiente la minima.
Per mantenere un orecchio, comunque, sul canale universale di chiamata e soccorso è sufficiente impostare il VHF nel modo doppio ascolto. Questa modalità ci permetterà di mantenere in ascolto il canale 16 universale, mentre manterremo i contatti sul canale riservato con l’imbarcazione che naviga di conserva.
La chiamata avviene ripetendo per tre volte il nome della stazione chiamata, sia essa una barca o una stazione di terra. Al nome della stazione chiamata segue il nome del chiamante e la parola “passo” oppure “cambio” che servono a “cedere” la comunicazione al nostro interlocutore il quale, diversamente, attenderà all’altro capo pensando che non abbiamo ancora finito di parlare.
Dobbiamo ricordare che la chiamata viene fatta una sola volta parlando con chiarezza e lentamente; se non segue risposta è inutile insistere chiamando continuamente, piuttosto aspettiamo due minuti e ritentiamo la chiamata.
Riceveremo una chiamata trasferendo la conversazione su uno dei canali di servizio.
Se chiamiamo una stazione di terra o se siamo chiamati da una stazione di terra, attenderemo dalla stazione l’indicazione del canale di lavoro prescelto.
Centro Italia Vela Via Donatello, 20 00196 Roma Tel. 3356329180 Dott. Massimo Francesco Schina Ufficiale di Navigazione del Diporto Comandante Navi del Diporto Esperto Velista FIV Istruttore I Livello Yacht e/o Monotipi a Chiglia FIV |
0 commenti:
Posta un commento