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venerdì 29 maggio 2015

Cosa portare in vacanza in barca



Arriva l'estate e con lei la voglia di  imbarcarti per una vacanza tutta mare, ma non sai come vestirti ne cosa portare, hai timore di portare il superfluo e di scordare il necessario? 

Ecco qualche consiglio pratico per Te (valido per  lei e per lui!).

Primo 
Ricorda che in barca c’è poco spazio quindi evita di portare le classiche valige ma scegli una sacca da viaggio, morbida e pratica. 

Secondo 
Costumi, costumi, costumi, ma ricorda che anche in mare aperto non sempre è caldo e che comunque il sole picchia! Portati quindi anche qualche t-shirt e qualche maglietta a manica lunga, un paio di pantaloni, bermuda e pantaloncini corti. 

Terzo 
Studia l’itinerario. Se hai in programma di scendere e fare vita di porto porta qualcosa per la sera, vestiti freschi per lei, camicia per lui. 

Quarto 
Per le signore: ricorda che in barca i tacchi sono vietatissimi quindi, se vuoi portate un paio di scarpe col tacco da indossare per la serata a terra lo puoi fare, ma il resto del giorno scarpe idonee (per non scivolare) 

Quinto 
Attenzione al sole, ricorda protezione solare e un cappello! 



Sei pronto per la tua vacanza in barca, ma prima di partire controlla che tutto sia a posto per non avere brutte sorprese durante il viaggio! 

Buon Vento



Centro Italia Vela S.r.l.
Viale delle Milizie, 9 00192 Roma
Tel. 3356329180


Dott. Massimo Francesco Schina 
Ufficiale di Navigazione del Diporto
Comandante Navi del Diporto
Esperto Velista FIV
Istruttore I Livello Yacht e/o Monotipi a Chiglia FIV

mercoledì 27 maggio 2015

Conosciamo i materiali delle vele: il Vectran®

Continuiamo la nostra serie di post dedicati ai materiali utilizzati per la realizzazione delle veleOggi parliamo di Vectran®. 


E' una fibra a cristalli liquidi basata sul poliestere, ha un modulo simile a quello del Kevlar ma, grazie alla sua catena molecolare risulta meno sensibile alla piegatura e all’abrasione.
Non si allunga. Anche se più cara del Kevlar è una fibra molto interessante per essere usata nelle vele di grandi dimensioni.
Nato per impieghi aeronautici ha una molecola simile a quella della Cuben Fiber divenuta famosa con le sfide di Coppa America di America Cubed.




Proprietà di Vectran®
  • Alta resistenza alla rottura tessile: E' cinque volte più forte dell’acciaio e dieci volte più forte dell’alluminio di pari peso.
  • Resistenza al creep: Il grande vantaggio è che il materiale non dimostra creep neanche con calore e temperature elevate.
  • Resistenza all’abrasione
  • Resistenza ai prodotti chimiciè molto resistente ai prodotti chimici e perciò adatto a resistere alle condizioni più difficili.
  • Resistenza alla temperatura: mantiene le sue proprietà anche a temperature molto alte o basse.
  • Resistenza al taglio: è molto resistente al taglio e all' impatto cosa che rende la fibra ancora più forte e adatta per applicazioni con alti carichi.

Buon Vento



Centro Italia Vela
Via Donatello, 20 00196 Roma
Tel. 3356329180


Dott. Massimo Francesco Schina 
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lunedì 25 maggio 2015

Imbarcarsi su Nave Italia


Nave Italia è un brigantino di 61 metri che la Fondazione Tender To Nave Italia Onlus (costituita dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano) mette a disposizione per realizzare progetti educativi e riabilitativi destinati alle persone rese fragili da disagio o disabilità.
Il mare, la vela, la navigazione, le regole e la vita di bordo sono infatti un potente e prezioso strumento di intervento nel sociale. Non si tratta solo di gioco e divertimento, sfidare il mare è una grande avventura.



La Fondazione interviene in tre aree: disabilità, salute mentale, disagio sociale o familiare ed è a disposizione di tutti gli enti non profit, le scuole, gli ospedali che desiderino creare un progetto strutturato o realizzare un'esperienza a bordo del brigantino per i propri beneficiari. 
Ogni anno attraverso un bando vengono selezionate le migliori proposte.
Da oggi sono aperte le preselezioni per il 2016 ed è possibile partecipare presentando la propria idea progettuale: se valutata positivamente si accederà alle selezioni finali.
Ecco le modalità e le scadenze per partecipare:
  1. Preselezioni entro il 30 Giugno: è possibile presentare il proprio progetto, basta leggere il regolamento e compilare il formulario su www.naveitalia.org
  2. Selezioni finali entro il 30 Novembre: l'ammissione definitiva avverrà a seguito di una successiva fase di selezione, previa presentazione dell'application form.
Per ulteriori informazioni puoi contattare: progetti@naveitalia.org

Buon Vento 



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venerdì 22 maggio 2015

Maxi 1200

Proseguiamo con la nostra serie di post di recensione di barche, dedicati a tutti coloro che coltivano il loro Sogno di Vela di comprarsi una barca.

Oggi parliamo del Maxi 1200.



Il Maxi 1200 è  il nuovo 38 piedi disegnato da Pelle Petterson (con interior design di Tony Castro) di Maxi Yachts, storico brand svedese acquisito dalla polacca Delphia Yachts.


Lo scafo è caratterizzato da linee pulite, con lo spigolo che corre fino a oltre la metà della barca. Molto razionale la coperta, con tutte le manovre essenziali rinviate nel pozzetto dove sono presenti i due i timoni in carbonio e il winch centrale dedicato alla scotta della randa, subito attaccato al tavolino pieghevole. Il baglio massimo ristretto (3,75 metri) e le lunghe rotaie del genoa che consentono una regolazione più precisa della vela permettono di risalire il vento ad angoli davvero stretti,in modo tale da garantire ottime prestazioni in bolina.



Per quanto riguarda gli interni sono possibili due configurazioni diverse, a due e tre cabine. Nella configurazione a due cabine, quella armatoriale è a prua, mentre la cabina ospiti si trova a poppa, a sinistra, mentre a dritta si trova lo spazioso bagno, dotato di vano doccia in vero stile “svedese”. 



Ricca di soluzioni intelligenti (come la cappa sopra i fornelli per aspirare i cattivi odori e il doppio frigo) la cucina, posta nel quadrato a prua della cabina ospiti, e le sedute nel “salotto”, che con un sistema di incastri si trasformano in un letto doppio. 
Internamente è stato fatto ampio uso del mogano, anche se sono presenti diverse superfici in laccato lucido con l'effetto di rendere più luminosi gli ambienti. 
Le finestrature eleganti lasciano filtrare la luce solare mentre i due osteriggi a filo permettono il ricambio dell’aria insieme a quello a pruavia dell’albero.




Se ne vuoi sapere di più qui c'è la brochure.

Dati Tecnici:
Modello Maxi 1200
Cantiere Maxi Yachts
Lung.f.t. 12,16  m
Larghezza 3,75  m
Pescaggio (tripla opzione) 2,32/2,20/1,75 m
Dislocamento 7.300  kg
Zavorra 2.470  kg
Sup. velica 84 mq
Motore 30 hp
Cabine 2/3
Bagni 1

Buon Vento ... e ... Buoni Sogni! ;-) 


Centro Italia Vela S.r.l.
Viale delle Milizie, 9 00192 Roma
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mercoledì 20 maggio 2015

Grandi viaggi in piccole imbarcazioni

"Quasi tutte le cose del mondo vengono fatte per due ragioni: o per costrizione o per scelta. O siete costretti a farle, o vi piace farle. I lunghi viaggi in piccole imbarcazioni rientrano in questa regola, per la semplice ragione che agli uomini non verrebbe mai in mente di azzardarsi in piccoli scafi sui grandi oceani se non fosse per la necessità di salvarsi o perché lo spirito avventuroso li spinge innanzitutto a sfidare se stessi".
Andrea Quadraroli.



Direi che migliore introduzione non si poteva trovare per questo libro di  John Merret edito in lingua italiana da Addictions-Magenes Editoriale.

Sei storie, un unico filo conduttore: il naufragio a bordo di piccoli scafi impegnati in grandi viaggi alla ricerca della salvezza. Gli eventi che causano la disperata lotta per la vita sono i più disparati: incidenti imprevisti in alto mare, ostinata sete di conoscenza, ammutinamento e, addirittura, naufragio volontario per dare voce alle proprie convinzioni a costo dell'incolumità personale. 

Nel libro sono raccontate le traversie del capitano Slocum, del comandante Bligh, del capitano Foster, dell'antropologo Heyerdahl, dell'esploratore Shackleton e del dottor BombardVicende universalmente note e meno note si avvicendano pagina dopo pagina senza respiro a fianco di uomini audaci resi immortali dalle loro incredibili imprese.

Se ti interessa e vuoi comprare il libro, lo trovi qui.

Buon Vento



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lunedì 18 maggio 2015

Conosciamo i materiali delle vele: lo Spectra®

Continuiamo la nostra serie di post dedicati ai materiali utilizzati per la realizzazione delle veleOggi parliamo di Spectra®. 


Lo Spectra® è un tessuto di alta qualità utilizzato per offrire resistenza, durata e leggerezza ad una superficie tessuta e, proprio per questo, molto maneggevole. Le sue peculiarità  più rimarchevoli sono che: è 100% impermeabile ai raggi UV, è resistente ai prodotti chimici ed all'acqua, ed è del 3% più resistente di qualsiasi altra monofibra; infine è 10 volte più forte dell'acciaio.



Ha il modulo di resistenza più alto di tutte le fibre ad eccezione del carbonio, a pari peso tiene una decina di volte più dell’acciaio. Non ha avuto grande fortuna nella costruzione di vele da regata perché ha la caratteristica di allungarsi plasticamente se sottoposto a sollecitazioni costanti nel tempo. Dopo un primo stretch si assesta, ma questo cambia la forma della vela, anche se di poco, così ha trovato un ruolo fondamentale nella crociera dove questo problema è meno sentito e nelle regate oceaniche.
In generale si sceglie per vele che devono durare e sopportare fatica. La sua buona resistenza ai raggi Uv e l’ottima resistenza alla piegatura lo rendono ideale per la costruzione di vele inshore e offshore.
Infine è più caro del kevlar che invece soffre di più la piegatura e cristallizza più facilmente nel tempo e sotto il sole.


Buon Vento



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venerdì 15 maggio 2015

Dufour 350 Grand Large

Proseguiamo con la nostra serie di post di recensione di barche, dedicati a tutti coloro che coltivano il loro Sogno di Vela di comprarsi una barca.

Oggi parliamo del Dufour 350 Grand Large.




Il Dufour 350 presenta tutte le caratteristiche e le innovazioni della gamma Dufour Grand Large con uno scafo performante caratterizzato dalla prua tronca ed una larga poppa planante che finisce con bordo a spigolo, un piano velico maggiorato con manovre semplificate rimandate in pozzetto per rendere anche le lunghe traversate veloci e per manovrare sicuri.



In coperta colpisce l’assenza del paterazzo, una soluzione resa possibile da due crocette acquartierate molto appoppate e dall’attacco delle lande posizionato il più esternamente possibile, in murata. Questa scelta rende il pozzetto più pulito e permette di sfruttare senza ingombri la plancetta abbattibile di poppa

Colpisce anche l’altezza dell’albero, notevole per una barca che ha una vocazione crocieristica, armato con randa fullbatten e rollafiocco (previsto autovirante nella versione standard, con la possibilità, fra le opzioni, di armare una rotaia di fianco alla tuga per armare genoa di dimensioni superiori). 




Il Dufour 350 presenta degli interni disponibili in 2 versioni: 3 cabine con cucina ad L o 2 cabine con un grande letto di poppa e cabina armatoriale a prua, sempre con cucina a L e dinette con due divanetti a murata.
L'ampia finestratura sulla tuga, i passi d'uomo e gli obló laterali offrono una grande luminosità interna ed una vivibilità inusuale in una barca di queste dimensioni. 



Il Dufour 350 è il terzo modello della gamma Grand Large (oltre al 310 ed al 382) lanciato dal cantiere francese nella fascia dei 10 metri, quella dei natanti, ideale per chi non ha voglia di prendere la patente nautica ma vuole navigare. 

Se ne vuoi sapere di più qui c'è la brochure.

Dati Tecnici:
Modello Dufour 350 Grand Large
Cantiere Dufour Yachts
Lung.f.t. 10,28  m
Larghezza 3,54  m
Pescaggio 1,90  m
Dislocamento 5.670  kg
Zavorra 1.550  kg
Sup. velica 55 mq
Motore 19 hp
Cabine 2/3
Bagni 1

Buon Vento ... e ... Buoni Sogni! ;-) 



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mercoledì 13 maggio 2015

Una barca per le regate

Continuiamo la serie di post  dedicati a tutti coloro che coltivano il loro Sogno di Vela di comprarsi una barca.



La domanda è la solita: a cosa mi servirà la barca?
Per fare regate a vela!

Scegliere una barca che permetta di svolgere un’attività competitiva con soddisfazione, cioè con possibilità concrete di vittoria, non è semplice. Pensando di prendere parte a competizioni a cui partecipano imbarcazioni di serie,  anche se opportunamente “adeguate”, si potrebbe pensare che sia sufficiente scegliere il modello che al momento si è dimostrato più veloce e vincente, per poter disporre di “un mostro” in grado di arrivare sempre per primo al traguardo.



Non è esattamente così, spesso non vince la barca più veloce in assoluto, ma di sicuro vince sempre la "migliore"
Con il termine “migliore” mi riferisco a un insieme di importanti variabili che includono, ovviamente, la barca utilizzata per le gare, ma anche molte altre componenti altrettanto imprescindibili per ottenere la performance attesa. Tanto per fare alcuni esempi, preparazione dell’equipaggio, preparazione tattica, manutenzione della barca, efficienza idro e aerodinamica della barca (carena pulita), materiali e qualità delle attrezzature accessorie (vele, pesi a bordo, motorizzazioni, carburanti etc), esperienza agonistica e propensione alla vittoria, sono elementi che pesano tanto quanto la barca a disposizione.



Quindi come muoversi, avendo deciso di investire un gruzzoletto messo da parte con sacrificio con l’aspettativa di futuri trofei ? Quando si tratta di regate, la spesa ipotizzabile può non avere limiti, sia verso il basso che verso l’alto! 
Esistono svariate classi competitive e quindi, partendo da poche migliaia di euro a imbarcazione (nel caso  di derive), sino ad arrivare a centianaia di milioni di euro, si può avere una vasta gamma di scelta secondo il budget disponibile

Per scegliere il mezzo competitivo giusto, però, la somma complessiva che riterrai di poter investire dovrà essere suddivisa come segue:
  • 50% per l 'acquisto  della barca stessa, di buona qualità e non troppo vecchia; 
  • 50% per le spese di preparazione e di “efficientamento” sia dell’equipaggio che della barca acquistata. 
Questo concetto fa ridimensionare le tue aspettative di acquisto? Beh non è un vero problema: ti divertiresti molto meno con una grande barca poco competitiva, piuttosto che con una barca più piccola capace di portarti sul podio



Entra quindi in gioco anche la scelta della classe: la FIV elenca tutte le classi suddivise per, lunghezza e/o tipo d’imbarcazione; in questo modo è facile scegliere la tipologia che più ti può piacere e che si avvicina anche al budget a disposizione, nelle proporzioni specificate. 



Attraverso la Federazione Italiana Vela  è possibile conformarsi ai regolamenti di gara e ottenere le certificazioni per poter partecipare alle competizioni; si tratta di costi accessori ulteriori da non sottovalutare
Un consiglio è quello di preferire classi molto frequentate, per le quali l’acquisto della barca risulterà facilitata dall’esistenza di un mercato “vivace”, sia per il nuovo sia per l’usato. 
Questo tipo di scelta permette anche di avere molte più possibilità di partecipare a competizioni, anche a livello locale, infatti, solo regatando e regatando si impara a vincere.
Non ultimo, metti in conto una notevole dose di passione, variabile che non pesa molto dal punto vista economico, ma che può essere comunque costosa in termini di impatto sugli equilibri familiari e sulle amicizie, si sa, vincere costa tempo e “abnegazione”! 
A questo punto la quadratura del cerchio è vicina; in possesso di informazioni corrette e “vincenti”, puoi concentrarti sulla scelta della barca da acquistare che potrebbe non essere quella che avevi in mente all' inizio...


Buon Vento, 
e, che vinca il migliore! 



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lunedì 11 maggio 2015

Conosciamo i materiali delle vele: il Pentex®

Continuiamo la nostra serie di post dedicati ai materiali utilizzati per la realizzazione delle veleOggi parliamo di Pentex®. 


Fibra simile al Mylar® ma con carichi di rottura superiori. È un buon compromesso per la costruzione di vele Club Race, il costo è leggermente maggiore delle vele in Mylar tradizionali, ma la maggiore durata compensa ampiamente la differenza di costo.
Costruito film su film o film su taffetà, il film di Mylar di colore grigio lo protegge meglio dai raggi UV.



E' una fibra di poliestere  ad alto modulo (due volte quello del Dacron) imprigionata e laminata all’interno di una pellicola trasparente con l’aggiunta di un rinforzo ad X “Gatorback” nel film.

E' usato dove le regole di classe non consentono l’uso del Kevlar®.

Caratteristiche
  • leggerezza
  • eccellente resistenza all'allungamento
  • eccellente resistenza alle abrasioni
  • ottima trattenuta delle cuciture

Buon Vento



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Dott. Massimo Francesco Schina 
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venerdì 8 maggio 2015

L’utilizzo del VHF

Il  VHF  (Very High Frequency), è la radio di bordo  in tutte le imbarcazioni di qualunque dimensione.



In passato la radio veniva installata a bordo di tutte le imbarcazioni iscritte al R.I.D. (Registro Imbarcazioni da Diporto), tenuto presso le Capitanerie di porto, previo rilascio della licenza d’esercizio cui corrispondeva il pagamento di un canone
La licenza era rilasciata da una delle due compagnie italiane, la SIRM e la TELEMAR
Successivamente una serie di leggi ha facilitato l’installazione a bordo del VHF per fini di sicurezza, tuttavia, l’uso smodato di questo apparecchio da parte dei diportisti italiani ne ha praticamente capovolto la funzione al punto che è diventato strumento per far giocare i bambini in crociera, per fare versi corporali, cantare canzoni, raccontare barzellette e ricette. E’ molto triste rendersi conto, nei luoghi di vacanza all’estero, che le voci che si sentono insistentemente alla radio, spesso impegnate in argomenti futili, sono sempre e solo italiane. Val la pena ricordare che il VHF può salvare delle vite umane, essendo uno strumento di comunicazione fruibile in alto mare.



Avendo una portata ottica, le antenne devono vedersi, quindi la distanza di comunicazione è limitata a poche miglia, di solito 15/20 secondo la potenza di uscita ed il tipo di apparecchio. Il linguaggio da utilizzarsi nelle comunicazioni radio è stato frutto di un’evoluzione precisa, tale da permettere la comunicazione anche tra operatori di diversa lingua e cultura, in modo che standardizzando le procedure anche una traduzione non proprio precisa mette in condizione l’ascoltatore di individuare una serie di parole uniche.

Occorre sempre ricordare che è fatto obbligo di osservare il silenzio radio nei “primi tre minuti delle ore e delle mezz’ore”, in modo da permettere un ascolto più pulito delle imbarcazioni lontane che necessitano assistenza.

Il VHF lavora differentemente dal telefono: la conversazione viene effettuata su vari canali definiti simplex che permettono, cioè, solamente di parlare oppure ascoltarela selezione avviene per mezzo di un pulsante e la cessione del canale avviene per mezzo di parole in codice; è necessario attendere che il nostro interlocutore abbia terminato la frase e ci abbia ceduto la conversazione
I canali dedicati alla navigazione sono diversi e sono predefiniti. Si possono trovare apparecchi che indicano la frequenza di lavoro oppure un numero che indica un canale che a sua volta corrisponde ad una data frequenza. Nel selezionare un canale occorre ricordare che esistono canali riservati al solo traffico di sicurezza, un canale riservato alla sola chiamata ed al traffico di sicurezza (il canale 16) e canali riservati alla conversazione nave-nave e nave-terra.



Nelle conversazioni tra imbarcazioni che navigano di conserva è consigliabile decidere un canale di servizio su cui effettuare il traffico senza impegnare tutto l’etere. Il VFH ha varie potenze di uscita; le potenze di uscita determinano la distanza coperta dalle onde radio che si propagano concentricamente all’ antenna e sono di tipo circolare. Per capire l’irraggiamento delle onde del VHF basta osservare le onde prodotte da un sassolino che cade in acqua. Allo stesso modo le onde del VHF si propagano nell’ aria nel momento in cui viene attivato il segnale VHF, più le antenne impegnate sono alte, più le onde radio si propagheranno e se le onde, nel loro cammino, incontreranno ostacoli più o meno importanti, esse saranno disturbate in maniera più o meno importante. Va da se che se dobbiamo conversare con un’imbarcazione che naviga a poche miglia da noi, non è necessario impostare la potenza massima di uscita ma sarà sufficiente la minima.

Per mantenere un orecchio, comunque, sul canale universale di chiamata e soccorso è sufficiente impostare il VHF nel modo doppio ascoltoQuesta modalità ci permetterà di mantenere in ascolto il canale 16 universale, mentre manterremo i contatti sul canale riservato con l’imbarcazione che naviga di conserva
La chiamata avviene ripetendo per tre volte il nome della stazione chiamata, sia essa una barca o una stazione di terra. Al nome della stazione chiamata segue il nome del chiamante e la parola “passo” oppure “cambio” che servono a “cedere” la comunicazione al nostro interlocutore il quale, diversamente, attenderà all’altro capo pensando che non abbiamo ancora finito di parlare.

Dobbiamo ricordare che la chiamata viene fatta una sola volta parlando con chiarezza e lentamente; se non segue risposta è inutile insistere chiamando continuamente, piuttosto aspettiamo due minuti e ritentiamo la chiamata.

Riceveremo una chiamata trasferendo la conversazione su uno dei canali di servizio.

Se chiamiamo una stazione di terra o se siamo chiamati da una stazione di terra, attenderemo dalla stazione l’indicazione del canale di lavoro prescelto.

Buon Vento.




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mercoledì 6 maggio 2015

Barca come Passatempo

Continuiamo la serie di post  dedicati a tutti coloro che coltivano il loro Sogno di Vela di comprarsi una barca.

A che mi servirà la barca?

Utilizzare un’imbarcazione come passatempo significa sostanzialmente cercare nella nautica e nella barca un modo per impegnare il proprio tempo libero, godendo per quanto possibile dell’ambiente naturale circostante. 



Appartengono a questa categoria gli inguaribili manutentori, amanti del bricolage, che svolgono da soli tutta una serie di piccole e grandi riparazioni o migliorie sul proprio gioiello. Spesso, noncuranti delle limitazioni date dalla 626 riguardo la sicurezza sul lavoro, li si scopre in immersioni con bombole in porto per verificare e/o riparare qualcosa nell’opera viva, oppure appesi a un bansigo in testa d’albero a cambiare un bozzello. Il loro credo è “chi meglio di me può curare la mia piccina?” e cercano, anche documentandosi, di cimentarsi in una notevole mole di lavori disparati.



La loro barca, che si trova più spesso in porto (o meglio “in cantiere”) che in navigazione, non è necessariamente di grandi dimensioni; spesso viene scelta, indipendentemente dal prezzo, più  per il tempo che le si può dedicare che per le effettive qualità tecniche (di navigazione, comodità o altro). 



L’obbiettivo prevalente  in questo caso è la barca in sé e non la barca in quanto mezzo di navigazione. L’amore per la loro “creatura” è fatto spesso anche di una forte gelosia che non li porta volentieri a condividere con altri l’imbarcazione. Se ti senti in sintonia con questa categoria di amatori, è meglio  privilegiare imbarcazioni usate, se non addirittura d’epoca, rispetto a imbarcazioni nuove di cantiere
Ribadiamo che non è una questione di dimensione, ma di vero e proprio “innamoramento” che spesso è legato strettamente alla mole di lavoro che si renderà necessario sulla barca dall’atto dell’acquisto in poi. 
Da preferire, in ogni caso, imbarcazioni in legno o comunque con numerose parti fatte di questo materiale. Anche gli scafi non convenzionali, i progetti unici o quasi, barche costruite con materiali particolari, sono sicuramente da preferirsi. Senza contare che all’armatore della barca-passatempo la possibilità di concordare e contrattare il prezzo in acquisto – date le particolarità che caratterizzano la barca – sicuramente è una componente che può dare  soddisfazione e anche far risparmiare notevoli somme!
A questa contabilità ovviamente non andrà aggiunto il costo delle settimane (dei mesi) di lavoro che andranno successivamente spese, in quanto si tratterà di piacere allo stato puro!

Buon Vento



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